Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere

30 dicembre 2020

Venditore

Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

Passeggere

Almanacchi per l’anno nuovo?

Venditore

Si signore.

Passeggere

Credete che sarà felice quest’anno nuovo?

Venditore

Oh illustrissimo si, certo.

Passeggere

Come quest’anno passato?

Venditore

Più più assai.

Passeggere

Come quello di là?

Venditore

Più più, illustrissimo.

Passeggere

Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?

Venditore

Signor no, non mi piacerebbe.

Passeggere

Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?

Venditore

Saranno vent’anni, illustrissimo.

Passeggere

A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?

Venditore

Io? non saprei.

Passeggere

Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?

Venditore

No in verità, illustrissimo.

Passeggere

E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?

Venditore

Cotesto si sa.

Passeggere

Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?

Venditore

Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.

Passeggere

Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?

Venditore

Cotesto non vorrei.

Passeggere

Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?

Venditore

Lo credo cotesto.

Passeggere

Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?

Venditore

Signor no davvero, non tornerei.

Passeggere

Oh che vita vorreste voi dunque?

Venditore

Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.

Passeggere

Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?

Venditore

 Appunto

Passeggere

Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso,  fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?

Venditore

Appunto

Passeggere

Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.

Venditore

Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.

Passeggere

Ecco trenta soldi.

Venditore

Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

 

Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere [Da Giacomo Leopardi, 1798 -1837):          “Le Operette morali”; 1: 23. Composto a Roma o a Firenze, nel 1832]

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